Andrea Galassi, statua bronzea di Carlo Felice, 1833 - Cagliari

Arte sardo-piemontese

Le relazioni con il continente italico

Il passaggio del Regno di Sardegna dagli Asburgo di Spagna ai Savoia, per quanto attiene il discorso sui prodotti artistici, non comporta sostanziali mutamenti circa i tradizionali rapporti con le città italiane del Mediterraneo, fatta eccezione naturalmente per l'inserimento nel quadro culturale delle scelte estetiche dei nuovi sovrani.

La fine del Settecento

La storiografia contemporanea si mostra propensa a ritenere che i primi segnali dei processi di mutamento che condurranno al consolidarsi della moderna autonomia della Sardegna si possano cogliere nei fenomeni di vivo fermento che interessano l'isola negli ultimi anni del Settecento, in particolare nel triennio 1793-96.

Arte neoclassica

Nella prima metà dell'Ottocento anche in Sardegna si afferma in campo artistico una sensibilità di stretta osservanza neoclassica che si manifesta, oltre che nelle richieste della committenza, attraverso i riferimenti simbolici, culturali e ideologici che le opere intendono comunicare.

Giovanni Marghinotti

L'opera più importante di Giovanni Marghinotti (Cagliari 1798-1865) è "Carlo Felice munifico protettore delle Belle Arti in Sardegna". Ideata e abbozzata nel 1829, è firmata e datata 1830; il suo arrivo è contestuale al trasferimento del pittore a Cagliari, nell'agosto del 1933. Nel corso dello stesso anno però, nel mese di novembre, è esposta pubblicamente presso il Palazzo di Maria Cristina a Torino, per poi trovare una sistemazione definitiva nel 1834 nel Palazzo di Città di Cagliari.

La scultura cimiteriale

Nella seconda metà dell'Ottocento la scultura in Sardegna si configura fondamentalmente come monumento funebre. I monumenti pubblici sono rari e sorgono a fatica, ostacolati innanzitutto dalle carenze finanziarie dei Comuni, ma anche dal duro scontro delle idee sulla stessa forma del costituendo Stato unitario, che vede contrapposti monarchici e repubblicani, cattolici e massoni.