Cagliari, basilica di S. Saturno (Wagner Max Leopold , 1905)

Fotografia

La fotografia in Sardegna

Oggi l'interesse nei confronti del materiale fotografico relativo alla Sardegna da parte di appassionati, studiosi, scuole e università, è ormai innegabile. L'immagine fotografica contiene, di fatto, una serie di informazioni oggettive di enorme valore e di importanza irrinunciabile per la conoscenza e lo studio del nostro passato e della nostra cultura.

Le origini della fotografia in Sardegna

A metà dell'Ottocento la Sardegna, da tempo meta di studiosi ed esploratori, inizia a richiamare anche i pionieri della fotografia. La stampa locale dell'epoca mostrò subito grande attenzione nel documentare le vicende della neonata arte fotografica.

L'Ottocento

Dopo un breve periodo di intensa sperimentazione, tra il 1860 e 1870, nei principali centri dell'isola furono avviati i primi laboratori fotografici, a opera di Agostino Lay Rodriguez e Giuseppe Luigi Cocco a Cagliari, e del francese Jean Mailland a Sassari. L'attività prevalente dei primi fotografi sardi consisteva nella ritrattistica in studio.

Il Novecento

Ai primi del Novecento la Sardegna, soprattutto dell'interno, si presentava sostanzialmente ancora intatta negli usi, nelle tradizioni, negli abiti e nella lingua, tutti aspetti che ormai ovunque erano stati uniformati o cancellati dalla modernità. L'isolamento, che in tanti settori ne aveva limitato lo sviluppo e la crescita, le aveva permesso di conservare schemi di vita arcaici e primitivi, motivo di forte richiamo per studiosi e viaggiatori.

I fotografi della Magnum

"Essere sul posto, esservi perché lo si è voluto" (Marc Riboud). "Un fotoreporter non è nulla se non possiede i propri negativi" (Robert Capa). Con questi presupposti Robert Capa, David Seymour (Chim), Henri Cartier Bresson, George Rodger, William e Rita Vandivert, nel maggio 1947 fondano a Parigi la Magnum Photos.