Oristano, statua di Eleonora d'Arborea

Letteratura giudicale

Scritti giuridici e prime prove letterarie

In mancanza di una letteratura colta in lingua sarda le opere che circolavano nel periodo giudicale nell'isola dovevano essere quelle in latino, o toscano, o catalano. La Sardegna conobbe nel Medioevo una sua storia particolare, ricca di caratteri originali.

I più antichi documenti in lingua sarda

Il Medioevo isolano ha lasciato una cospicua eredità di atti, documenti e codici giuridici scritti in sardo. La qualità e la quantità della produzione in volgare è tale da conferire alla Sardegna una posizione di assoluto vantaggio in confronto ad altre aree o regioni neolatine europee. Non era assolutamente normale, infatti, per l'Europa di quel tempo un uso così ampio, fitto e frequente del volgare in campo giuridico-amministrativo.

I Condaghi

I Condaghi, elaborati fra l'XI e il XIII secolo, sono fra le prime testimonianze del volgare sardo. Si tratta di manoscritti su pergamena, con documenti relativi a donazioni e a patrimoni di chiese o comunità religiose.
In origine (a partire dal periodo bizantino) erano dei registri patrimoniali redatti in forma di schede cucite l'una sull'altra e poi arrotolate intorno a un bastone (in greco kontakion, da cui il termine condaghe).

Letteratura religiosa

Gli studiosi hanno ricostruito con fatica il ruolo della letteratura religiosa nel medioevo sardo. L'assoluta penuria di fonti ha reso difficoltoso documentare scientificamente una produzione che doveva essere certamente molto cospicua. Come nel resto della attività scrittoria, anche le opere di genere sacro erano informate del plurilinguismo che caratterizzava la cultura dell'isola.

Catalano giuridico e letterario

Con la conquista dell'isola da parte della Corona d'Aragona la Sardegna entra a far parte della compagine di regioni mediterranee nella quale il catalano è la lingua egemone.