L'arte dell'intaglio in Sardegna
Quando in Sardegna si parla di intaglio ci si riferisce principalmente al decoro eseguito sulla tradizionale cassa di legno, la "cascia" ("arca" nel Campidano di Oristano).
Quando in Sardegna si parla di intaglio ci si riferisce principalmente al decoro eseguito sulla tradizionale cassa di legno, la "cascia" ("arca" nel Campidano di Oristano).
La cosiddetta "cassa barbaricina", apribile dall'alto con ribalta, è intagliata esclusivamente sulla facciata ("mustra"): coperchio e sponde laterali sono trascurati. La ricca decorazione propone costantemente un pannello centrale contornato da cornice. Questa consta di traverse e montanti laterali, sorretti da un alto fascione sottostante, composto a sua volta da più traverse.
Un modello meno arcaico di cassa sarda è quello originario di Santu Lussurgiu, centro del Montiferru, tra Macomer e Oristano, dal quale prende il nome. La tipologia lussurgese è sviluppata soprattutto in orizzontale, in questo facilmente accostabile al modello del cassone nuziale toscano.
La prassi artigianale dell'intaglio, in Sardegna, è estensibile almeno ad altre due significative applicazioni: corni da caccia e zucche. Dalla diffusa consuetudine all'intaglio ligneo si sviluppano, infatti, ambiti minori ma non meno interessanti, quali appunto la casistica delle fiaschette in corno, destinate a contenere polvere da sparo.
La prassi dell'intaglio è migrata prepotentemente nel primo decennio del XX secolo su altri arredi lignei: tavoli, cornici, arredi completi reinterpretati in chiave "rustica" sarda (rinomati, per la qualità, quelli della Ditta Fratelli Clemente di Sassari). Addirittura le mattonelle ceramiche di pregio artistico erano commercializzate assieme alla cornice lignea "sarda tradizionale".