Sassari, palazzo della Provincia

Regno d'Italia (1860-1945)

Nella seconda metà dell'Ottocento la Sardegna condivide il clima di rinnovamento urbano che caratterizza tutta la penisola, impegnata nella creazione della moderna città borghese nell'Italia postunitaria.

Fondamentale in questo senso la figura di Gaetano Cima che, insegnante di Architettura nell'Ateneo di Cagliari dal 1840 al 1864, forma tutta una generazione di tecnici sempre più qualificati e consapevoli dell'importanza della fase progettuale, improntata a principi di ordine, simmetria e proporzione.

Tuttavia l'edilizia pubblica continua a lungo a caratterizzarsi in senso storicista con una tendenza spiccata al monumentalismo e all'eclettismo degli stili, improntati ai revival. Emblematiche a Sassari e a Cagliari le decorazioni di sale di rappresentanza affidate rispettivamente a Giuseppe Sciuti e a Domenico Bruschi, e a Cagliari l'edificazione del nuovo Palazzo Civico, che unisce elementi neogotici ed elementi Liberty.

Un rinnovato impulso architettonico e urbanistico venne dal regime fascista. Accanto alle grandi opere stradali, idrauliche e portuali furono numerosi gli edifici pubblici costruiti durante il Ventennio: gli istituti universitari, i palazzi di governo, le scuole, sono solo alcune delle realtà architettoniche ispirate a quello stile ufficiale e accademico, che caratterizzò l'edilizia pubblica di tutta la penisola.

Non mancano però costruzioni che rispondono in pieno ai canoni del Razionalismo. Fondamentale fu poi la creazione delle città di fondazione di Arborea, Fertilia, Carbonia e Cortoghiana, unici casi in cui si ebbe modo di concretizzare una nuova visione degli spazi e delle architetture urbane.