La conquista romana
La storia dei rapporti tra Roma e la Sardegna ha inizio molto prima del momento in cui, nel 238 a.C., l'isola passa sotto il dominio diretto dei Romani, per poi diventare - nel 227 a.C. - una nuova provincia di Roma.
La storia dei rapporti tra Roma e la Sardegna ha inizio molto prima del momento in cui, nel 238 a.C., l'isola passa sotto il dominio diretto dei Romani, per poi diventare - nel 227 a.C. - una nuova provincia di Roma.
Il percorso storico che condusse Roma ad assumere i connotati di una grande potenza fu segnato significativamente dai rapporti con Cartagine. Nel momento in cui Roma comincia ad affacciarsi con maggiori ambizioni politiche, economiche e militari sul Mediterraneo occidentale, la potenza cartaginese è al suo apice e le mire espansionistiche di Roma devono necessariamente fare i conti con questa realtà.
Il passaggio della Sardegna sotto la dominazione romana fu una conseguenza, anche se indiretta, della sconfitta subita da Cartagine nella prima guerra punica. Parliamo di "conseguenza indiretta" nel senso che il trattato di pace stipulato nel 241 a.C. tra Roma e Cartagine non prevedeva per quest'ultima la perdita di controllo sulla Sardegna.
Il passaggio della Sardegna dalla sfera di controllo cartaginese a quella romana fu una conseguenza della prima guerra punica (264-241 a.C.). Nell'impossibilità di soddisfare le richieste economiche dei mercenari di stanza in Sardegna, Cartagine fu costretta nel 238 a.C. a cedere ai Romani il controllo dell'isola.
La Sardegna, al centro delle più importanti rotte commerciali mediterranee, costituiva in età romana il terreno ideale per una tempestiva e precoce diffusione del cristianesimo. Inoltre nell'isola, a partire dalla piena età imperiale, erano presenti numerose comunità ebraiche (Carales, Sulci, Tharros, Turris Libisonis, Forum Traiani),